Someone In Hell Loves You | All!
Kinkaleri + John Giorno
Someone In Hell Loves You | All!
project Kinkaleri /Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco | with Jacopo Jenna, Simona Rossi, Marco Mazzoni | special guest John Giorno | production Kinkaleri – 2013 | in collaboration with Ternifestival, Contemporanea Festival 13
text: It Doesn’t Get Better by John Giorno
A poet and three performers to boost the research with the things of the world that meet other expressive possibilities, bringing a different form of communication closer to everyone. A presence that has been subject and evidence, investigation, choreography and the very place of the word. As on other occasions of the project All!, the subject of the choreography for Someone In Hell Loves You is again the communication of the poetic text, but this time we watch in person both the danced poem and the poet who wrote it.
Someone In Hell Loves You | All! _ Kinkaleri
selezione rassegna stampa online
KINKALERI E JOHN GIORNO. NIENTE È VERO TUTTO È POSSIBILE
intervista a cura di Ines Baraldi (introduzione) su Krapp’s Last Post
http://www.klpteatro.it/kinkaleri-e-john-giorno-niente-e-vero-tutto-e-possibile
Il padre della ‘spoken word’, nonché ideatore di un proprio Poetry System, è passato per le sale del Fabbricone assieme a “It Doesn’t Get Better”, poesia del 2008 duplicemente tradotta sulla scena attraverso il respiro e l’energia ad emanazione diretta del poeta e l’ultima tappa di prova del codice coreografico del gruppo pratese.
Formazione, tecnica, motivazioni e riflessioni sull’arte e sulla vita di un uomo sono trascorse nell’orizzontalità di un incontro, alla fine di questo gioco di significanti e contenitori che intrecciava due pratiche artistiche.
RIP IT UP AND START AGAIN! KINKALERI E JOHN GIORNO
di Lorenzo Donati su Altre Velocità
https://www.altrevelocita.it/archivio/teatridoggi/5/baci-dalla-provincia/205/rip-it-up-and-start-again-kinkaleri-e-john-giorno.html?alert
[…]Non è di poco conto il frame coreografico che comprende Giorno dentro Kinkaleri, perché lì si cela la chiave che è in grado di scartare ogni retorica, di farci vedere un gruppo al fianco di u n compagno di viaggio e non di un “monumento”, come fosse un fratello maggiore. Giorno risponde che ha iniziato a scrivere a scuola e non smetterà se non con la morte, che a New York ha vissuto in un periodo in cui accadevano con naturalezza tante cose e c he le droghe servono per farci comprendere lati di noi stessi, e così via, in un dialogo che staremmo ad ascoltare ore ed ore per capire, imparare, trovare una chiave utile per i nostri
giorni. […] Con un lieve sottofondo urbano in audio, oggi restiamo dunque “da soli” di fronte a quella potenzialità in nuce, perché in fondo a emergere non è l’astrazione né il suo contrario, ma quell’energia che li precede, quel corpo colto poco prima di significare, al riparo dal consenso della narrazione ma carico di tensione verso la relazione. Consapevole della necessità di cercare compagni di viaggio. Rip It Up ad Start Again!
CONVERSAZIONE CON JOHN GIORNO
di Massimo Marino su Doppiozero
https://www.doppiozero.com/materiali/scene/conversazione-con-john-giorno