Pinocchio
Pinocchio
liberamente ispirato al racconto di Carlo Collodi
progetto, realizazione Kinkaleri /Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco | produzione Kinkaleri – 2007 | con Marco Mazzoni, Cristina Rizzo | oggetti di cartone Davide Calvaresi | in collaborazione con Regione Toscana, MiBAC – Dipartimento dello Spettacolo | con il supporto di Assessorato alla Cultura della Provincia di Prato
Fascia d’età dai 7 anni in su
La scelta di confrontarsi con la storia del famoso burattino ha portato Kinkaleri ad avventurarsi verso un nuovo percorso progettuale che si rapporta direttamente all’infanzia.
Riferendosi alla capacità sorprendente della favola collodiana di dispiegarsi attraverso le infinite tracce e le numerose interpretazioni che costruisce nel racconto, lo spettacolo disegna una serie di tragitti immaginari che si intersecano secondo logiche impreviste; la sospensione fiabesca rappresenta il mondo fragile in cui avventurarsi capace di sbalordire e incantare. La storia non appare nella linearità narrativa ma raccoglie l’immaginario orchestrato dalla fiaba intorno a un paesaggio elementare con una casina gialla posta al centro di un prato sintetico; la casa che agisce e nasconde, che scoppia ed invade, che amplifica e diffonde; cuore di una scena così delicata e inaccessibile che mostra uno alla volta i suoi oggetti e i suoi abitanti. In un incantesimo perenne, lo spettacolo si compone attraverso le apparizioni di alcuni dei personaggi del racconto scelti tra le figure che, nell’itinerario fuggiasco del burattino, determinano le continue trasformazioni della storia.
Povero pinocchio. Geppetto e’ un killer
Di Nico Garrone su La Repubblica – 12 novembre 2007
Libere riscritture delle favole classiche. Partendo dal “Fare fagotto”, incipit di ogni viaggio iniziatico, il Festival Zona Franca organizzato dal teatro delle Briciole ha dato via libera alla fantasia. […] Alla loro prima incursione nel teatro ragazzi i Kinkaleri hanno offerto con il loro Pinocchio una convincente prova d’autore per soli minori, o per adulti accompagnati. Intento il protagonista manca, Pinocchio e’ li’ in platea a rivivere da spettatore le sue paure notturne. Da una casetta gialla esce Geppetto, un incrocio tra Mangiafuoco e un boscaiolo pazzo armato di fucile e di ascia. Ogni colpo assestato con furia omicida su un pezzo di legno e’ un gemito, la nascita del burattino somiglia a un delitto. Lamenti, scricchiolii, rumori inquietanti trasformano quella casetta via via antropomorfa, come in un disegno di Enzo Cucchi, in una scatola sonora, una cassa di risonanze dei terrori infantili. […]
Pinocchio senza lieto fine
Di Gabriele Ametrano su il Firenze – 12 marzo 2007
[…] In un lavoro decennale ben inserito nella contemporaneità, i Kinkaleri decidono di misurarsi con gli occhi dei bambini interpretando una storia che ha il gusto amaro della maturità. “Pinocchio e’ il tragico racconto di come un bambino deve diventare adulto: pagare sempre i propri sbagli, educarsi attraverso il dolore. Come già per altri autori teatrali del Novecento abbiamo pensato a quel burattino accartocciato sulla sedia dopo che Pinocchio e’ diventato un bambino vero: per noi non e’ un lieto fine – dicono i Kinkaleri – Pinocchio e’ un racconto spaventoso, uno di quei racconti del terrore che non ti fanno andare di notte per i campi, anche se ne avresti tanta voglia, per paura degli assassini. E’ un libro che nega l’esperienza”. Oggetti fuori scala, una casina gialla e un mondo fragile in cui avventurarsi, sbalordendo e incantando con un sapore ancora infantile: questa l’intenzione di uno spettacolo che sogna e non vuole diventare adulto. Ma non e’ la prima volta che i Kinkaleri si avvicinano alla storia di Pinocchio. “ Nel 1998 si chiamava 1.9.cc GLX, e fu un’investigazione grammatico/acustica dove l’evocazione della storia era lasciato all’immaginazione, ai ricordi che ognuno aveva del racconto – spiegano i componenti del gruppo – Oggi torniamo sull’oggetto considerando che questo sarà uno spettacolo pensato per un pubblico di bambini delle scuole elementari”. Dalla capacita’ sorprendente che questa favola ha di dispiegarsi attraverso infinite tracce e numerose interpretazioni, il lavoro dei Kinkaleri ci conduce attraverso un itinerario che si rapporta questa volta con il mondo dell’innocenza infantile.
Articolando la ricerca nel luogo dell’esperienza, all’interno di ciò che anticipa il linguaggio nel senso letterale del termine, il viaggio sarà verso quel luogo del mistero che ognuno intuisce e che appartiene inesorabilmente all’infanzia.