The Hungry March Show
THE HUNGRY MARCH SHOW
progetto, realizzazione Kinkaleri/Matteo Bambi, Marco Mazzoni | /Between a carrot and I | con Matteo Bambi, Marco Mazzoni | produzione Kinkaleri – 2007 | //Yes Sir! con Marco Mazzoni | produzione Kinkaleri, Kanuti Gildi Saal, Tallin – 2008 | costume Scultura Morbida, Marlene Mangold | con il sostegno di MiBAC – Dipartimento dello Spettacolo, Regione Toscana
Lo spettacolo non ha bisogno di contesti chiari o storiografici, mi infurio quando cercano di spiegarmi il contrario, nessuno lo sa e non è certo male non saperlo, è una delle poche cose intrise di mistero dove meno conosci più percepisci.
THE HUNGRY MARCH SHOW è un progetto sulla decadenza che si sviluppa in due spettacoli distinti: Between a carrot and I – 2007‚ Yes Sir! – 2008.
THE HUNGRY MARCH SHOW continua il percorso di ricerca di Kinkaleri fra le pieghe della coreografia e, come altri progetti del gruppo, si avvale dell’improvvisazione, in questo caso non come elemento portante dell’evento, piuttosto come pratica attiva della messa in scena, stratagemma per una vitalità necessaria allo spettacolo stesso. Il soggetto è da ricercarsi nell’elaborazione immaginifica di alcune figure sceniche – una per spettacolo – che assolvono alla funzione di traccia narrativa. Ogni lavoro investiga un personaggio e la sua alterazione. Originariamente ideato in tre episodi (l’ultimo non realizzato), il progetto prende in prestito tre icone del ‘900 – Steve McQueen, Henry Rollins, Mikhail Baryshnikov – quali stereotipi contemporanei di talento, successo e potenza, elementi da cui far partire l’elaborazione scenica che il performer ridefinisce e trasforma teatralmente su se stesso fino alla loro disintegrazione, sconfinando fra le pieghe delle proprie ossessioni. Nessun interesse nel fotografare la condizione esistenziale dell’originale, piuttosto un tentativo di trasfigurare una potenza impotente, una ricognizione soggettiva nei meandri dell’amore nichilista dell’eroe trapassato, disperato, battuto e della sua inesauribile necessità di non mollare. Fiction/non-Fiction.
Mental Mood
Di Snejanka Mihaylova – luglio 2007
La solitudine è una luce sull’Altro. Una luce nera, una pellicola che nel tempo mi consegna una sola immagine. Forse un personaggio scomponibile, apparso da molto tempo, prima nel desiderio. In un interno possibile, forse una stanza, poso il mio sguardo sul tuo corpo “altro” e inizio a cadere. Infiniti frammenti a cui prima non prestavo attenzione si concatenano nel mio dissolvermi dentro relazioni sempre più fitte. Cose che amo, altre che odio come ricordo di un mondo mi raggiungono. Esiste una parola taciuta. Qualcosa che non mi dici, non perché non vuoi dirmi… ma perché non puoi dirmi. In questo silenzio, traspare un’intimità. Io ti guardo… mentre i tuoi tanti corpi si uniscono. Ed è cinema in un esatto momento. Tu hai parlato di Steve McQueen… morto, decaduto… No, non credo. Penso che l’inizio del cinema coincida con l’esperienza di una finzione vera. Io ti guardo, tu guardi lui. E mentre consumo l’illusione della percezione dell’interiorità dell’altro, si apre un tempo. Un tempo interiore, impossibile alla visione. Questa impossibilità non è stasi. Io sono nella stanza e mi guardo. Ogni tuo movimento è come uno sguardo da un corpo vuoto.